Quando vivi una nuova esperienza non riesci ad apprezzare tutto
ed a trarne il massimo vantaggio. Accade infatti di essere concentrati su
qualcosa sacrificandone necessariamente un’altra ed è spesso talmente
affascinante ed esaltante quel momento da non riuscire a governare le emozioni.
L’entusiasmo di diventare una brava assistente e di iniziare
ad essere considerata tale dai dottori e dai pazienti mi faceva concentrare
sulla preparazione della sala operativa,
sulle procedure di disinfezione e sterilizzazione ma non sufficientemente sui
pazienti che accoglievo con gentilezza e attenzione tornando però velocemente
al mio lavoro. Non avevo ancora maturato esperienze lavorative se non qualche
lezione di ripetizione impartita durante gli anni di scuola e quell'ambiente
mi incuteva timore. Solo con il tempo iniziai a spostare l’attenzione e ad
osservare il comportamento dei pazienti. Notai che alcuni erano molto gentili nei confronti della mia
collega che veniva continuamente omaggiata con monili, fiori e cioccolatini.
Non erano obbligati a farlo ma per loro era diventato un gesto che testimoniava la gratitudine nei confronti di chi consentiva al
dentista di operare in un ambiente sano, curato e accogliente ed allo stesso tempo
dedicava loro attenzione e ascolto.
Accoglieva i pazienti con ampi sorrisi e con ognuno di loro aveva
stabilito un legame speciale. La ascoltavo chiedere: ” Come sono andati gli
esami? E’andata bene la festa della comunione di suo figlio? Si è laureata sua
figlia? Come va la gamba fratturata? Suo marito sta meglio? “. Insomma, era al corrente di eventi di cui solo
lei era stata messa a conoscenza ed il momento del saluto rappresentava in
realtà un momento in cui si ristabiliva il contatto.
Capii che quel suo approccio era molto gradito ma ero
talmente giovane e timida che mi guardavo bene dall'imitarla. Sapevo che sarei
apparsa come una curiosa invadente piuttosto che una premurosa assistente e
quindi mi limitai ad osservarla nel tentativo di imparare e così mi resi conto
di alcune cose.

Si avvicendavano pazienti ricchissimi e pazienti molto
poveri e su questi iniziai ad elaborare le mie considerazioni. Capii quanto
fosse importante per questi pazienti affidare i propri figli a mani esperte e
sicure perché era prevalentemente per la loro salute che si sacrificavano. Si
impegnavano in pagamenti superiori alle loro possibilità pur di far curare i
propri figli da chi era ritenuto, nella nostra città, tra i più bravi dentisti
di quel periodo.
L’approccio nel
proporre l’apparecchietto o l'estrazione ai bambini non era esattamente uguale a quello
utilizzato attualmente. I genitori chiedevano una consulenza al dentista, il
dentista diceva che era necessario, i bambini venivano in studio minacciati dai
genitori che sedevano in poltrona terrorizzati ma coscienti di non avere
scampo. Non vi era tutta l’attenzione di oggi.
La maggior parte di essi portava a termine la terapia con
successo, alcuni, evidentemente più determinati, rifiutavano le cure a metà
percorso. I genitori erano disperati e ricordo ancora i loro occhi tristi nel
dover confessare il fallimento. Un fallimento che sarebbe costato sacrifici
inutili e un figlio con i denti storti e chissà quali altri problemi.
In quello studio i bambini entravano silenziosi e
silenziosamente uscivano a dimostrazione che è l’ambiente che determina il
comportamento. Appena superavano l’uscio dello studio per tornare a casa i
bambini iniziavano ad urlare e strattonarsi ma in sala d’attesa non volava una
mosca.
Mi era stato chiesto di controllare, sporadicamente, che in
sala d’attesa tutto fosse a posto chiedendo se vi fosse qualche necessità ma non
chiedevano mai nulla, neppure un bicchiere d’acqua.
Non ricordo pazienti particolarmente difficili, maleducati o
piantagrane, forse perché mi venivano risparmiati o semplicemente perché,
trent'anni fa, i pazienti erano meno informati e quindi meno spigolosi. Oggi
l’informazione aiuta ma in alcuni soggetti crea molto spesso false certezze e false
aspettative rendendo difficile il nostro lavoro.
Mi trovo in un momento in cui il cambiamento in atto nel dentale
è davvero sconvolgente e questi ricordi mi fanno riflettere su quanto fosse
nettamente più facile proporre e offrire servizi o cure mediche senza
incontrare tutti gli ostacoli, la burocrazia e la diffidenza di oggi. Ma è
giusto così, la società deve evolvere verso la correttezza e la trasparenza ed
oggi abbiamo gli strumenti per capire molte cose ma, allo stesso tempo, tutte
le informazioni che acquisiamo sul web creano falsa conoscenza. Come fare? Sicuramente
scegliere bene è il primo passo, la fase più importante, ma poi occorre fidarsi
ed affidarsi perché anni di studio, esami superati ed esperienza non possono
essere confutati da chiunque semplicemente dopo aver letto un articolo.
L’informazione non è conoscenza. (Albert Einstein)
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