Ormai è risaputo che chiunque operi nel settore sanitario,
quando non osserva le buone norme igieniche e di prevenzione, espone sé stesso e gli altri al rischio
biologico. Anche noi ASO, quindi, conosciamo tutte le regole e procedure
corrette che ci consentono di prevenire le infezioni.
Tante colleghe sui social sono bravissime a spiegare come
deve comportarsi una vera ASO per poter affermare la propria professionalità, ma
poi, all’atto pratico, queste colleghe che parlano, come agiscono? Io non credo
che facciano proprio una bella figura dimostrando in altre occasioni di non
essere ligie al dovere. Eh sì, ragazzi, perché poi le smascheriamo, essendo ormai con l’avvento
di Facebook tutti in piazza, anche se
qualcuno tenta ancora di nascondersi dietro ad un dito!
Negli anni 70, gente scaltra e malandrina vendeva ai babbei
degli occhiali promettendo loro che
avrebbero potuto vedere attraverso muri e vestiti grazie a delle potenti e speciali lenti ai
raggi X. I poveri malcapitati li acquistavano convinti di poter spiare i vicini
e vedere i corpi nudi sotto i cappotti dei passanti. Oggi Zuckerberg, secondo
me, ci ha regalato una lente molto più potente! I predicatori incoerenti hanno
le ore contate. Se prima si diceva Il paese è piccolo e la gente mormora oggi
potremmo dire Facebook è grande e presto o tardi la tua vera faccia la riveli!
Sappiamo tutti ormai che le mani sono la principale fonte di
trasmissione delle malattie e per questo motivo vanno igienizzate
opportunamente con movimenti precisi per garantire l’igiene totale a tutela
della nostra salute. E’ stato l’argomento principale nei mesi scorsi, la
pandemia ha scatenato i mass media che hanno propagandato costantemente questa
sana abitudine da assumere oltre a quella di indossare correttamente la mascherina.
Diciamoci la verità, con estrema franchezza: quante volte
avete provato un senso di fastidio nel guardare la foto di una collega
immortalata in un selfie che si è sparata in studio per apparire professionale
mostrando invece delle pecche clamorose?
Amici miei, cosa ci è toccato vedere!? Mascherine sotto il
naso; assenza di cuffietta; guanti indossati male magari con esibizione sfacciata
di braccialetti e gioielli; trucco esagerato; scollature improponibili e
perfino UNGHIE LUNGHE E SMALTATE!
Ma allora, colleghe care, la domanda nasce spontanea! Se
siamo state invitate a collaborare con un odontoiatra e non con Giorgio Armani;
se siamo pienamente consapevoli che non troveremo in studio Oliviero Toscani pronto ad accoglierci per un book fotografico
da esibire all’occorrenza; se sappiamo di non dover utilizzare le nostre mani
solo per sfogliare riviste patinate o indicare l’accesso ma per maneggiare
pericolosi, delicati e minuscoli strumenti chirurgici in velocità e con grande
precisione; se ci hanno detto in prosa ed in musica che la mascherina deve
aderire alla base del naso per proteggerci e non restare appoggiata sulla sua
punta lasciando passare batteri e mosconi oltre a conferire un aspetto che appare ridicolo agli occhi degli esperti;
se sappiamo benissimo che i capelli devono
essere raccolti perché ricettacolo di germi, perché diamine continuiamo a non
rispettarle queste benedette norme igieniche?
Sono convinta che noi ASO vogliamo conquistare il giusto
ruolo ed il riconoscimento del valore del nostro lavoro all’interno del team
odontoiatrico e potremo ottenere questo risultato soltanto quando riusciremo ad
eliminare lo stereotipo della “ragazza immagine” dello studio e la bella
presenza verrà considerata soltanto una qualità aggiuntiva e marginale. Il
valore di una persona si misura in base alle cose alle quali essa attribuisce
maggiore importanza.
Mi ritrovo in questo tuo scritto! Effettivamente i social sono diventati una vetrina, nel bene e nel male. Sta a noi decidere cosa metterci dentro. Purtroppo, spesso, vince il protagonismo della persona, il desiderio di mostrarsi per ricevere un like in più, trascurando lo scopo del messaggio da far passare.
RispondiEliminaSpesso commettiamo inconsapevolmente azioni attraverso le quali vorremmo comunicare qualcosa. L'idea di quello che passa attraverso una foto piuttosto che un messaggio pubblicato sui social spesso e molto differente da quello che concretamente percepisce il pubblico. Inoltre la scarsa padronanza dei mezzi ci espone a rischi dei quali si dovrebbe parlare approfonditamente.
EliminaGrazie per il tuo commento!
Anni fa ala Fiera di Rimini una nota azienda di frese,nel suo Stand , ospitava hostess con.camice cortissimo e calze a rete. Io allora facevo parte di Aiaso ,andammo a dire tutta la nostra disapprovazione e il.nostro sdegno,visto che ci si riferivain maniera esplicita alla figura dell.Aso...ci hanno rriso in faccia.naturalmente !
RispondiEliminaDa allora molte cose sono cambiate ma sta a noi far prevalere l'immagine professionale e formata....non formosa!!
Siamo ancora in poche a protestare ed evidenziare l'uso improprio della figura femminile. Ogni volta che lasciamo passare messaggi che intrappolano la donna in una figura frivola, ammiccante ed appariscente,scarsamente dedita ad attività intellettuali muoviamo molti passi indietro nel nostro duro percorso intrapreso in passato da donne coraggiose ed intelligenti che hanno donato la vita per raggiungere la parità dei sessi. Grazie per la tua testimonianza.
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