Recarsi in studio di domenica mattina per una urgenza è un contrattempo davvero increscioso quando hai programmato la giornata con la tua famiglia. Se poi quella domenica è nel mese di agosto allora ti senti proprio sfortunata!
MUna bella domenica piena di sole e voglia di divertirsi mi telefona il mio titolare chiedendomi dove fossi e se riuscissi a raggiungere lo studio in tempi brevi.
Gli rispondo che sono a casa ma che ero in partenza per trascorrere la giornata al mare. Era tutto pronto, avevamo deciso di restare tutto il giorno fuori, ed avevo anche un incontro di beach tennis che avrei dovuto tenere di li ad un’ora. Spiego al mio capo che sono in difficoltà ma, conoscendo la sua discrezione e sapendo che non avrebbe mai voluto intralciare il mio programma inizio a sondare. Il mio senso di responsabilità nei confronti del paziente che, probabilmente, senza il mio aiuto, non avrebbe potuto ricevere le cure del caso, si fa avanti prepotentemente e chiedo maggiori informazioni circa il paziente da visitare e la tipologia di urgenza. Scopro che si tratta di un bambino: non era necessario aggiungere altro. Mi resi disponibile immediatamente ed invitai la mia famiglia ad andare al mare senza di me, li avrei raggiunti appena finita la seduta.
Arrivai prima del doc per preparare il necessario, sapendo che il bambino era caduto fratturandosi gli incisivi. Quando arrivò il piccolo paziente, anche minuto per l’età, mi immedesimai moltissimo nella madre che aveva assistito alla scena e che adesso era in pena per le conseguenze che avrebbe dovuto subire il piccolo a causa di quel trauma. Era spaventato ma fiducioso nei confronti di chi, comprese subito, lo avrebbe curato. Non mi aspettavo di vedere un bambino di 5 anni sedersi in poltrona e collaborare nel modo in cui lo fece Paolo. Appena il dottore si avvicinò per visitarlo chiedendogli di aprire la bocca lui ebbe istintivamente un moto di rifiuto allontanando la sua mano ma dopo qualche parolina giusta, il tono di voce pacato e sicuro e le sapienti attenzioni che di solito si impara a dedicare ai bambini, Paolo si convinse che era il caso di fidarsi. Nonostante le labbra terribilmente lacerate e tumefatte e la gengiva dolente, con estrema delicatezza furono ricostruiti, in via provvisoria naturalmente, i due incisivi fratturati. Paolo scese dalla poltrona sorridente e il suo sguardo colmo di gratitudine fu un bellissimo regalo.I genitori non sapevano come ringraziare, essendo difficile trovare un dentista ad agosto e non essendo del posto. Erano turisti, venivano da Firenze, e al momento dell’incidente qualcuno aveva fornito il recapito del nostro studio. Fu così che dopo qualche giorno mi vidi recapitare a casa un pacchettino con dentro un bellissimo braccialetto ed un meraviglioso messaggio: “Un gesto simbolico per dimostrare la nostra riconoscenza. Un affettuoso bacetto da Paolo”.
Eravamo in ferie da pochi giorni e sarebbe stato semplice rifiutarmi di andare in studio senza sentirmi giudicata ma è noto il detto “Scegli un lavoro che ti piace e non lavorerai neppure un giorno”.
Commenti
Posta un commento