Passa ai contenuti principali

Il paziente inquisitore







Un medico vicino all’età della pensione si presenta in studio per la prima volta. Aveva bisogno di un intervento importante ed era un po’ preoccupato ma con il suo spirito ironico celava (in realtà pensava di celare…) la sua ansia e paura di dover affrontare situazioni spiacevoli. Ci ha inondati con una pioggia di battute, non tutte divertenti a dire il vero ma sufficienti per creare un clima disteso ed una certa complicità. In pratica ci ha spianato la strada visto che solitamente siamo noi a dover studiare la mossa giusta da fare per mettere a proprio agio il paziente. Per tutta la durata della visita ci ha strappato sorrisi rendendo la seduta piacevole anche perché la sua ironia era davvero sagace. Mentre fornivo al mio doc gli strumenti necessari per effettuare una diagnosi completa lui osservava attento ogni movimento, analizzava gli strumenti, ora lo specillo, ora il centratore, ed era attento nel rilevare ogni suono emesso nella stanza. Era super concentrato sulla prestazione e sui nostri movimenti seguendoci con il suo sguardo indagatore. Chiunque, alle prime armi, si sarebbe sentito a disagio sotto la sua stretta osservazione ma noi, forti dell’esperienza e dell’ottima organizzazione abbiamo affrontato senza timore l’esame. I protocolli ormai consolidati, l’armonia nei movimenti e nella comunicazione, l’igiene rigorosamente rispettata e la serenità del team non poteva che produrre risultati positivi. Non ci furono scivoloni neppure quando iniziò a pormi domande molto tecniche sull’operatività. Volle saggiare, evidentemente, il mio grado di preparazione concentrandosi su di me. L’odontoiatra, evidentemente, lo aveva già ampiamente  analizzato ora voleva conoscere me!

A tratti percepivo di essere la vittima di un test di valutazione simile a quelli che si trovano sul web in cui a seconda della tua risposta vieni valutata come affidabile o meno. Non nascondo che in alcuni momenti ho iniziato a riflettere maggiormente sulle risposte corrette da dare anziché rispondere come comunemente si fa con tutti gli altri pazienti. Era un paziente speciale e dovevo trattarlo come tale! Questo pensai ad un certo punto e non volendo rischiare di fare passi falsi decisi che allontanarmi dalla stanza potesse essere una strategia corretta per farlo concentrare sulla visita e mollare la presa. Ma il mio titolare mi richiamò quasi subito perché dovevo aiutarlo nella compilazione della cartella parodontale e l'esame ricominciò.

Alla fine della seduta il paziente ci rivelò che studiava psicologia, come "hobby", da diversi anni, e che voleva capire se io fossi un’operatrice realmente empatica, oltre che professionalmente preparata, oppure se  stessi  adempiendo ai miei doveri mascherando un finto interessamento al paziente. Fortunatamente ne uscii bene! E’ stato bello ricevere i complimenti di quel paziente, tra l'altro molto lusinghieri, che con grande perizia aveva voluto saggiare la qualità del team, delle prestazioni e degli operatori. Un test impegnativo che ci ha visti in alcuni momenti incuriositi e stupiti di fronte a certe domande insolite ma poi, quando il quadro si è rivelato, è venuto fuori il meraviglioso dipinto di un team preparato, organizzato e soprattutto attento al paziente. E’ vero che come una rondine non fa primavera così un paziente entusiasta non rappresenta un dato rilevante, ma quel giorno per noi è stato un vero regalo di Pasqua ricevere gli elogi di un paziente esigente, colto e pure psicologo! Credo sia superfluo dire che da quel giorno non mancarono pazienti inviati da lui al nostro studio ma lo dico perché se è andata così è anche un po’ merito mio. Gli ASO sono importanti e  lo dimostra questo aneddoto che sicuramente non sarà l’unico da raccontare. 

E a te, è mai capitato qualcosa di simile? Scrivilo nei commenti.  Racconta!


Commenti

Post popolari in questo blog

Cosa fa un ASO? Chiedilo ad un ASO!

Cosa direste se vi chiedessero di descrivere l’attività dell’ASO? Trovereste sicuramente parole molto appropriate e lusinghiere. Noi invece preferiamo dire la verità a chi ci chiede informazioni nel tentativo di capire se il nostro lavoro può interessare o meno. Devono  sapere che  prevalentemente l’ASO corre ! Corre per fare sì che tutto sia pronto prima che arrivi il dottore prevedendo le sue azioni (ma anche i suoi pensieri!). Corre perché i tempi di riordino, sanificazione  e allestimento si incastrino a perfezione nonostante il ritardo della signora che ha l’orologio con il fuso orario di Atene e l’imprevisto della seduta di conservativa che si trasforma improvvisamente in terapia canalare  (sempre quando potrebbe finire prima e riordinare con calma. Mai una gioia!). Corre perché c’è sempre qualcuno che la reclama: il dottore, la collega, la segretaria, il portiere, il capo condomino, ecc. Corre perché c’è sempre qualcosa da pulire, decontaminare e ...
Sono un' Assistente alla Poltrona,  figura professionale recentemente riconosciuta come ASO (Assistente di Studio Odontoiatrico, ma di questo ne parleremo ancora e dettagliatamente...) Ho deciso di raccontare 30 anni della mia vita lavorativa durante la quale ho vissuto numerose esperienze, visto cose incredibili ed ascoltato persone che mi hanno trasferito aneddoti divertenti ma anche storie drammatiche. 30 anni vissuti intensamente con la passione di chi ama il proprio lavoro ma allo stesso tempo dedica tempo ed attenzione alle mille sfumature oltre misura. Per curiosità e passione capita di raccogliere testimonianze che ti cambiano il modo di pensare e di affrontare i problemi; capita di incontrare odontoiatri ma anche colleghi capaci di offrire insegnamenti importanti e di avere voglia di condividere tutto questo  con più gente possibile.  Per quale motivo? Semplicemente perché lo ritengo utile. La voglia di condividere le esperienze non può che aiutare altre pers...